ITER
21.10.2023 - 18.11.2023
Jacopo Casamenti (2001, Forlì) vive e lavora a Bologna. Frequenta attualmente il biennio specialistico in Arti Visive presso l’Accademia di Belle Arti di Bologna, dopo aver conseguito il diploma in Decorazione nel triennio. La sua ricerca si compone di una molteplicità di linguaggi ricercando cortocircuiti della realtà quotidiana, assottigliando il confine tra arte e vita e mirando ad eliminare questa separazione. L'autore si avvale di molteplici elementi narrativi che risultano, in modo più o meno esplicito, inseriti all’interno di una grammatica visiva di appropriazione, scomposizione e rielaborazione. Questo processo, oltre a focalizzarsi direttamente su una dimensione oggettuale, coinvolge anche emozioni, atteggiamenti e pensieri. La pratica di Casamenti, infatti, si basa sempre sulle relazioni umane e sul rapporto di interdipendenza tra individui, rendendo il fruitore colui che attiva l'opera. Per la sua prima mostra a Roma, Casamenti presenta ITER, un progetto espositivo dal forte impianto concettuale, attraverso il quale l’artista indaga l’ambiguità e le contraddizioni della sua generazione di artiste e artisti e, più in generale, dellә suә coetanee e coetanei.
Mi trovo ad oscillare. Volendo fare una citazione colta potrei chiamare in causa il celebre pendolo di cui parla Schopenhauer. Ma le mie oscillazioni (o i miei pendoli) oscillano a partire da molteplici punti, per arrivare ad altrettanti opposti, e poi tornare indietro. Tra un estremo e l’altro, ovviamente, scorre la vita e il mio dovermi rapportare con fatti reali, più che con speculazioni filosofiche.
Cerco un equilibrio che mi permetta di navigare in questa burrasca senza troppi scossoni, ma sogno anche il brivido di un’avventura che solo l’incertezza può farti provare. Mi crogiolo nel malsano piacere del lamento, dell’insofferenza per il fatto che coloro che dovrebbero attribuire i meriti non si siano ancora accorti di me. E posso dire con certezza di odiare questi loro. Ma sono pronto ad amarli, non appena dovessi essere scelto.
Sento di potere (e in qualche modo dovere) fare tutto, provare a miriade di esperienze a cui ho accesso parziale tramite il web, ma la vastità di questo orizzonte, mi fa pensare che qualsiasi cosa non sarà mai abbastanza. Sento il bisogno di sapere che ogni mia azione possa influenzare direttamente il mondo, di sapere di essere importante, ma non sono sicuro di essere disposto davvero a cambiare qualcosa della mia vita. Forse voglio solo giocare con i mattoncini più in alto del mio castello, senza toccarne le fondamenta, e forse, in fondo, va bene così.
CS - ITER
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Jacopo Casamenti (2001, Forlì) lives and works in Bologna. He is currently attending a two-year specialization in Visual Arts at the Academy of Fine Arts in Bologna, after graduating in Decoration. His research consists of a multiplicity of languages looking for counter-circuits in everyday reality, thinning the boundary between art and life and aiming to eliminate this separation. The author uses multiple narrative elements that are, more or less explicitly, inserted within a visual grammar of appropriation, decomposition and reworking. This process, is meant to focus on everyday objects, involving emotions, attitudes and thoughts. Casamenti’s practice, in fact, is always based on human relations and the relationship of interdependence between individuals, making the visitor the one who activates his artworks. For his first exhibition in Rome, Casamenti presents ITER, an exhibition project with a strong conceptual structure, through which the artist investigates the ambiguity and contradictions of his generation of artists and, more generally, his peers.
I find myself swinging. If I wanted to make a cultured quotation, I could talk about the famous Shopenhauer's pendulum. But my oscillations (or my pendulums) swing from multiple points, to as many opposites, and then back. Between one extreme and the other, of course, life flows and I need to relate to real facts, rather than philosophical speculations. I am looking for a balance that allows me to navigate in this storm without too many jolts, but I also dream of the thrill only an adventure can make you feel. I bask in the unhealthy pleasure of lamenting, impatient that those who should attribute the merits have not yet noticed me. And I can say for sure that I hate these guys. But I’m ready to love them as soon as they will choose me.
I feel I can (and somehow I must) do everything, try out myriad experiences I have partial access to via the web, but the vastness of this horizon makes me think that anything will never be enough. I feel I need to know that every action I take, directly affects the world, so that I know I’m important. But I’m not sure I’m really willing to change anything in my life. Maybe I just want to play with the higher bricks of my lego castle, without touching its foundation, and maybe, deep down, I feel that’s okay.
Mi trovo ad oscillare. Volendo fare una citazione colta potrei chiamare in causa il celebre pendolo di cui parla Schopenhauer. Ma le mie oscillazioni (o i miei pendoli) oscillano a partire da molteplici punti, per arrivare ad altrettanti opposti, e poi tornare indietro. Tra un estremo e l’altro, ovviamente, scorre la vita e il mio dovermi rapportare con fatti reali, più che con speculazioni filosofiche.
Cerco un equilibrio che mi permetta di navigare in questa burrasca senza troppi scossoni, ma sogno anche il brivido di un’avventura che solo l’incertezza può farti provare. Mi crogiolo nel malsano piacere del lamento, dell’insofferenza per il fatto che coloro che dovrebbero attribuire i meriti non si siano ancora accorti di me. E posso dire con certezza di odiare questi loro. Ma sono pronto ad amarli, non appena dovessi essere scelto.
Sento di potere (e in qualche modo dovere) fare tutto, provare a miriade di esperienze a cui ho accesso parziale tramite il web, ma la vastità di questo orizzonte, mi fa pensare che qualsiasi cosa non sarà mai abbastanza. Sento il bisogno di sapere che ogni mia azione possa influenzare direttamente il mondo, di sapere di essere importante, ma non sono sicuro di essere disposto davvero a cambiare qualcosa della mia vita. Forse voglio solo giocare con i mattoncini più in alto del mio castello, senza toccarne le fondamenta, e forse, in fondo, va bene così.
CS - ITER
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Jacopo Casamenti (2001, Forlì) lives and works in Bologna. He is currently attending a two-year specialization in Visual Arts at the Academy of Fine Arts in Bologna, after graduating in Decoration. His research consists of a multiplicity of languages looking for counter-circuits in everyday reality, thinning the boundary between art and life and aiming to eliminate this separation. The author uses multiple narrative elements that are, more or less explicitly, inserted within a visual grammar of appropriation, decomposition and reworking. This process, is meant to focus on everyday objects, involving emotions, attitudes and thoughts. Casamenti’s practice, in fact, is always based on human relations and the relationship of interdependence between individuals, making the visitor the one who activates his artworks. For his first exhibition in Rome, Casamenti presents ITER, an exhibition project with a strong conceptual structure, through which the artist investigates the ambiguity and contradictions of his generation of artists and, more generally, his peers.
I find myself swinging. If I wanted to make a cultured quotation, I could talk about the famous Shopenhauer's pendulum. But my oscillations (or my pendulums) swing from multiple points, to as many opposites, and then back. Between one extreme and the other, of course, life flows and I need to relate to real facts, rather than philosophical speculations. I am looking for a balance that allows me to navigate in this storm without too many jolts, but I also dream of the thrill only an adventure can make you feel. I bask in the unhealthy pleasure of lamenting, impatient that those who should attribute the merits have not yet noticed me. And I can say for sure that I hate these guys. But I’m ready to love them as soon as they will choose me.
I feel I can (and somehow I must) do everything, try out myriad experiences I have partial access to via the web, but the vastness of this horizon makes me think that anything will never be enough. I feel I need to know that every action I take, directly affects the world, so that I know I’m important. But I’m not sure I’m really willing to change anything in my life. Maybe I just want to play with the higher bricks of my lego castle, without touching its foundation, and maybe, deep down, I feel that’s okay.
Photo credit: Francesca Pascarelli